La Sicilia “weird” di Sigonella Secrets

Sigonella secrets, sequel del precedente Sigonella Files è il nuovo  romanzo di Vincenzo Sacco (Biblioteka 2022) che si muove nell’alveo della tradizione del thriller, sci-fi, del distopico e che al contempo attinge a una ricca fonte di ispirazioni, molto eterogenee, tra le quali spicca sicuramente il romanzo americano contemporaneo. La sua  fisionomia ibridata ha una base autoctona: Sigonella Secrets, infatti, è ambientato nella base militare di Sigonella in Sicilia e da lì prende avvio una fittissima trama di eventi che ruotano attorno al tema della cospirazione, del complotto dei poteri forti  di stampo terroristico e dei giochi di potere. L’intreccio tra America e Sicilia si spoglia degli abiti logori della tradizione migrante  novecentesca e si apre a nuovi e originali scenari: questa cellula di americanità incistata nella terra sicula diviene occasione per guardare in faccia, senza infingimenti, “l’innata rabbia cieca dell’America”, per dirla alla Roth, autore che spicca nel sottotesto del romanzo spesso e volentieri.

 Pastorale americana e La macchia umana sono sicuramente testi che sovvengono a un lettore attento che voglia andare oltre per leggere nelle anime dei protagonisti le vere contraddizioni  di un sistema di vita che non è soltanto americano ma che è occidentale, col suo carico di automatismi e aberrazioni. Lo sguardo narrante è affidato a voci spesso irriverenti- anche nel linguaggio- che portano il loro carico di esistenza prima di diventare macchine da guerra: tra tutte, spicca una voce femminile che è lontana dallo stereotipo di genere almeno tanto quanto lo scenario siciliano che fa da sfondo alle azioni dell’agente segreto; lei si chiama Violet Mc Bain, una donna  dal passato tormentato, temprata dalla vita che non le ha risparmiato nessun dolore fisico e morale. La sua personalità scompagina ogni ordine precostituito, chiunque si infranga nel suo mondo frastagliato, nel suo modo maschile, violentemente sensuale,  ne rimane segnato,  sebbene “detesti che le diano del maschiaccio”. A metà tra le Tank girl e  le virago del fumetto americano anni ‘60,  l’agente Mc Bain si rivelerà fondamentale per dipanare con intuito e determinazione un’ intrigata storia che vede curiosamente uniti carabinieri, militari e agenti segreti. Nessuno si aspetti un’eroina salvifica, la sua missione è in fondo un tentativo di recuperare individualisticamente un senso, di là dal progetto. Se il mondo è finzione, complotto e maschera, la scrittura di Sacco tenta di restituire una verità scomoda e indicibile.

Non ci sono assunti manichei in questo romanzo: il genere  umano si abbevera alla fonte del bene tanto quanto a quella del male, l’impasto che ne deriva vive nella sua zona grigia senza interventi moralistici. Il romanzo di Vincenzo Sacco è scritto come se al posto della penna ci fosse una videocamera; i riferimenti filmici sono tanti e non sono ridondanti citazioni, fungono da raccordo visivo a una scrittura veloce,  da action movie , che snocciola un mondo a scatole cinesi, dove gli eventi nascondono sempre un significato altro, da ricercare tra  i grandi marchingegni del potere o tra le pieghe intime dei personaggi sempre ben delineati psicologicamente. Vincenzo Sacco riesce a ricostruire l’identità siciliana in uno scenario contemporaneo dove l’isolitudine siciliana si confronta con stimoli di diversa estrazione; ne viene fuori una Sicilia “weird”, che si riconosce solo dopo uno sguardo attento, dopo aver collocato l’american dream ai margini della nostra aspra Trinacria e averne colto le ceneri ancora fresche. Da leggere con un Americano in mano.

Dieci di dieci: una breve rassegna sulla letteratura russa contemporanea

 

 

 

Nella sterminata produzione della narrativa russa contemporanea, non è stato facile fare una selezione e scegliere i dieci che personalmente mi sembrano i romanzi più interessanti. A rigor del vero, ci sono due imboscati, due testi di autori vissuti tra ottocento e novecento che ho citato perché sono degli importanti precursori di certi stilemi della letteratura più vicina a noi e importanti autori di snodo tra la letteratura russa più tradizionale e quella contemporanea. Per il momento mi limiterò a parlarvi dei primi 5 (i titoli si riferiscono ai romanzi editi in traduzione italiana) :

  1. MOSKA PETUVSKI’ di  Venedikt Erofeev
  2. MARANAGA di Vladimir Sorokin
  3. PALISSANDREIDE di Saša Sokolov
  4. PROPAGANDA MONUMENTALE di Vladimir Vojinovic
  5. IL BIGLIETTO STELLATO di Vasilij Aksënov

Va fatta una doverosa premessa: l’era postsovietica, da un punto di vista dell’estetica, è stata caratterizzata dall’eclettismo e dall’etichetta di postmodernismo. Tale tendenza si può sintetizzare nella volontà di utilizzare uno stile ibrido tra ironia, grottesco, apocalittico, visionario. Insomma, un impasto che è forse espressione di quel delicato passaggio tra due mondi in contrapposizione, di un passaggio traumatico ed epocale che ha segnato generazioni di artisti e scrittori.

 

Il primo libro, che consiglio vivamente è Moska – Petuškì di Venedikt Erofeev (Quodlibet 2014) un “poema in prosa” originale, visionario.

 Pubblicato per la prima volta in Israele nel 1973, e divulgato inizialmente come samizdat, il romanzo oggi è leggibile in italiano nella traduzione di Paolo Nori. La vicenda si svolge all’interno di un treno che percorre la tratta da Mosca a Petuskiì. Il protagonista Vanicka, in preda di fumi dell’alcool intraprende un percorso torbido, dove l’ubriachezza rappresenta sia una piaga sociale che un escamotage per rappresentare un mondo alla deriva, sopraffatto dall’ideologia del regime.  In questo viaggio fisico e visionario, Petuškì rappresenta l’utopia della citta perfetta, dove si vagheggia la resurrezione, desiderio inconscio e  inconsistente come un sogno di ubriaco.  Lo stile incarna la mistura tra tragico grottesco e comico tipica della corrente postmodernista russa anche se permane quel senso dicotomico tra male e bene che è un retaggio del romanzo tradizionale.

Altro rappresentante del postmodernismo più maturo che ha preso campo soprattutto dagli anni ‘90 in poi è Vladimir Sorokin. Continua a leggere