a cura di Gabriella Grasso
Michele Nigro – Pomeriggi perduti, Kolibris, 2019
Acqua di ritorno
Adorava i temporali
estivi, tra sprazzi e lazzi
erano meme bagnati
su gambe scoperte
alla sua natura autunnale
dimenticata tra eccessi di
sole e promesse di viaggi.
Ora le campane chiamano
all’ordine di civiltà domenicali e
tuoni ribelli e grondaie impreparate
ad acque inattese alla vita ormai persa
che scorre nel mare calmo
della morte che accoglie,
sperando di ritornare
giovane umidità
e nuvole
e di nuovo pioggia
tra i vivi di domani
*
Poesia a sua insaputa
Non sarà ora che le vedrai
mentre ti chiedo di leggerle
ma in un giorno qualunque
venute fuori per caso, a dorso di libro
da pagine cadute in terra
riverse a mo’ di mort’ammazzati
e aperte sulla fatalità
di un attimo tra tanti,
ritornerai su parole ignorate
come è normale che sia
da rimasticare
eppure sempre presenti
tra pazienze impolverate
e le cose da fare
senza pretese, a sperare di essere
se stesse, nient’altro che verbi d’anima
amate per quelle che sono
umili
silenziose
già eterne a loro insaputa.
*
Palestra di vita
Non credo più nei riti
musicati del fitness
effimeri miracoli
in mostra al sabato sera,
il corpo modellato
dalla vita
dal dolore ben portato
da scelte coraggiose
a lungo andare incise
lì dove conta,
mappe graffiate sul volto
nel timore di perdersi
tra le vie
di una finta bellezza,
è come un libro
letto e riletto, unto, macchiato trascritto,
abbandonato strappato,
da qualcuno amato sottolineato
sfogliato dal vento
di nuove avventure
che sommate alla storia di altre pelli
cadute e rinate intaccano inattese
l’adipe convinta
della premorte in divano.
Siamo tutto quello che viviamo,
e la carne
in silenzio
lo sa.
Roberto Crinò – Ineffabile mutazione, Ensemble 2019
E’ tuo dovere
E’arrivata
la bella stagione
l’ho vista passeggiare
stamattina
baciata
dal sole e dalla leggerezza,
teneva in un lembo
di stoffa,
dondolava, saltellava,
libera, incantevole
com’è suo costume,
sapeva di frutti
promesse,
profumava di gioie,
speranze.
Stamattina la vita
s’è cambiata d’abito
per celebrare
un nuovo inizio.
Mi hai guardato,
un sorriso,
mi ha detto
“E’ tuo dovere”
*
Check Point
L’anima ha una linea di confine
una linea di demarcazione,
una frontiera che non può
essere oltrepassata a piacimento,
perché essa non è terra di conquista.
Nessun’anima è suolo di calpestìo
per saccheggiatori e vandali
e non è colonia di eserciti
dalle scintillanti fallaci armature.
Si passa solo con trattati di pace.
Ugo Mathuè – Il silenzio non tace, Ensemble, 2019
c’è l’assenza di peso
d’ogni passata stagione
calendario di atti
unici come ogni atto
c’è il loro greve sipario
sceso senza discrezione
*
infiniti sono gli dei
infinito è il disamore del mondo
*
il mio miglior nemico sono io
io che mi do del tu
*
dimmi tu da cosa sono preso
forse da senile spreco del vivere
oggi che mi sento stranamente febbrile
*
terza quintetà
seduto su una sedia
guardava il passato
senza esserne ricambiato
Nunzio di Sarno – Mu (Oèdipus edizioni 2020)
Rimetto ogni immagine
Al vuoto
Perdono
Nel vuoto mi perdo
Non un dono che perdo
*
A una procidana
Il mare
Del primo contatto
A cui non posso
Che ritornare
Lo trovo in un particolare
Mio palpitare
Al di là di spazio e tempo
E ciclico incespicare
Come ciò che ci lega
E non si può
Tagliare
*
Capodanno
Spaghetti di riso
Verdura e spigola
In piatti vecchi
Su una tovaglia
Stinta
Ancora
Malesseri condivisi
Di una famiglia nuova
E un fratello acquisito
A compartire
Soli
In quattro stanze
Chi cerca di risplendere
Chi di non morire
Solo
Ognuno
A disagio con la forma
Si accosta cauto
Al fuoco
Chi si accontenta del calore
Chi si abbaglia alla luce
Pochi
Disposti
A bruciare
Avranno
In cambio
Cenere
Grazie per l’opportunità! 😉
Mi piacciono molto e fanno riflettere