L’elegia della città in salsa distopica: Brasilia di Franz Krauspenhaar

 

Brasilia, una  delle metropoli più vaste del mondo, vista dall’ alto somiglia ad un mega aeroplano. Questa originale morfologia reca il segno dell’ utopia modernista (e funzionalista) che Niemeyer e Costa, i grandi architetti che crearono la città, vollero imprimerle. Gli angoli e gli spigoli non esistono: solo forme sinuose, curve, morbidezze. Una visione figlia dell’umanesimo lecorbuseriano ha modellato di fatto, secondo una lettura a la Lefebvre, i tre livelli dell’organizzazione spaziale: lo spazio vissuto è quello che ci interessa maggiormente in questa disamina. Brasilia infatti è una città dove non la gente non brulica nelle strade, come accade di solito nelle metropoli del mondo.Gli spazi sono aperti, gli edifici sorretti da colonne.

A Brasilia si respira un sogno utopico: quello di condividere lo spazio senza inutili impedimenti. Creata per l’uomo, in realtà è una città costruita per le macchine. Gli uomini, in questo spazio irreale, si aggirano come  fantasmi. Un sogno infranto in uno scenario che evoca esso stesso il sogno.

©2010 Joana França

Questo perimetro urbano è il campo delle azioni e dei desideri dei personaggi del romanzo  di Franz Krauspenhaar, “Brasilia” (CASTELVECCHI 2018)  .Il titolo è un  elemento che lascia presupporre l’ambiente urbano  come scenario interiore delle vicende umane, secondo la nota omologia uomo/città, topos peraltro presente in  gran parte della letteratura moderna e postmoderna. Di fatto la struttura di ogni città quindi anche di  Brasilia, è visibile soltanto se vista dall’alto, quando ciò accade è un’esperienza di ampliamento  della conoscenza prima che estetica.

Quel desiderio di andare oltre che spinse Dalì a dipingere dall’alto Cristo, quasi a volere affermare “ io sono Dio, io sono il creatore”, è lo stesso che imprime il movimento al racconto di “Brasilia”. Non è un caso che al centro della vicenda vi sia il tentativo dicotomico di sostituirsi a Dio diventando Dio e  al contempo di ancorarsi alla fede, approcciata attraverso una conversione forzata, forse non del tutto autentica, incompleta e imperfetta ma sicuramente vissuta con un anelito spirituale. Senza anticipare, ecco come si presenta la città: Continua a leggere